doping

IL   DOPING

di Giovanni Lestini



(12) S4.    Modulatori ormonali e metabolici



Gli ormoni sono secreti dalle ghiandole endocrine e svolgono la funzione di molecole-messaggero, per regolare le specifiche funzioni dell'organismo, come ad esempio la crescita del tessuto muscolare, la glicemia, ecc. Gli ormoni si fissano alle strutture recettrici, che sono presenti sul nucleo o sulla membrana delle cellule. Questa attività, svolta dagli ormoni, è influenzata dagli antagonisti e dai modulatori degli ormoni, che stimolano od inibiscono i recettori specifici, rallentando o aumentando le reazioni degli enzimi.
I modulatori ormonali e metabolici sono inseriti nella Lista delle Sostanze Vietate e Metodi Proibiti del 2014, redatta nel Codice Mondiale Antidoping, in cui si legge che queste sostanze sono proibite "In e Fuori Competizione".
Nella lista si ribadisce il divieto per le seguenti classi: 1. Inibitori dell'aromatasi; 2. Modulatori selettivi dei recettori estrogenici (SERM); 3. Altre sostanze anti-estrogeniche; 4. Agenti che modificano la funzione/le funzioni della miostatina; 5. Modulatori metabolici: a) insuline, b) agonisti (ad es. GW 1516) del recettore δ attivato dal Proliferatore del Perossisoma (PPARδ) e agonisti (ad es. AICAR) dell'asse PPARδ-AMP-protein-chinasi attivato (AMPK).

Gli inibitori dell'aromatasi nella farmacologia sono utilizzati nel trattamento del cancro della mammella, mentre i modulatori selettivi dei recettori estrogenici (SERM) vengono somministrati nella terapia per l'osteoporosi ed, anche questi, per il cancro della mammella.

Gli inibitori dell'aromatasi sono sostanze che bloccano l'attività di questo enzima, che ha il compito di convertire gli ormoni androgeni (maschili) in estrogeni (femminili), mediante l'aromatizzazione, ovvero il processo che consente al testosterone di trasformarsi in estrogeno. Da questo processo, ne consegue che gli inibitori dell'aromatasi diminuiscono il quantitativo degli estrogeni in circolo, ostacolando la formazione di estradiolo, un ormone femminile, secreto dalle ovaie. Gli inibitori dell'aromatasi, proibiti dal Codice Mondiale Antidoping sono: aminoglutetimide, anastrozolo, androstatrienedione, androstenetrione, exemestano, formestano, letrozolo, testolattone, e non solo questi.

I modulatori selettivi dei recettori estrogenici (SERM) si fissano ai recettori deli estrogeni, comportandosi in maniera diversificata, a seconda della loro struttura. Agiscono, infatti, con un'azione estrogenica o antiestrogenica, quindi, come agonisti od antagonisti, relativamente al contesto tissutale od ormonale in cui operano. Ad esempio, il tamossifene antagonizza l'azione degli estrogeni nella mammella, è un ottimo chemioterapico nel trattamento del cancro alla mammella, ma può causare l'insorgenza del cancro all'endometrio. Il ralossifene esercita benefici effetti agonisti sull'osso, ma non li esercita sul seno e sull'utero. Si tratta di un eccellente farmaco per l'osteoporosi, ma i suoi effetti antagonisti sul cervello causano vampate di calore associate alla diminuzione di estrogeni (LEVY-KOEPPEN-STATON). I modulatori selettivi dei recettori estrogenici (SERM) vietati sono: raloxifene, tamoxifene, toremifene.

Per quanto riguarda la miostatina, questa è una proteina delle cellule muscolari, ed ha il compito di limitare l'ipertrofia muscolare. «Negli atleti l'espressione della miostatina potrebbe essere inibita con piccoli Rna regolatori capaci di inibire selettivamente l'espressione della proteina, oppure utilizzando dei geni codificanti per forme mutate, non funzionanti della miostatina, in grado di competere con la miostatina endogena» (Cit. da: Serena ZACCHIGNA - Mauro GIACCA, Le manipolazioni genetiche dell'uomo, in Salute e Società, M. GIACCA - C.A. GOBBATO, a cura di, Franco Angeli Editore, pag. 75).
Gli agenti che modificano la funzione, o le funzioni, della miostatina, come, ad esempio, gli inibitori della miostatina, si comportano come "regolatori della crescita", velocizzando il processo di sviluppo delle cellule staminali muscolari. L'uso di tali sostanze è vietato, ma il veto si estende anche a tutti quei farmaci, che svolgono un'azione simile a quella degli inibitori della miostatina.

L'insulina è un ormone peptidico secreto dalla sezione endocrina del pancreas, ed esattamente dalle cellule β delle "Isole di Langherans". L'insulina controlla il metabolismo del glucosio e ne regola la concentrazione nel sangue (glicemia), che deve oscillare tra i 60-110 mg. di glucosio per ogni dl di sangue, anche se la glicemia post-prandiale, a due ore dai pasti principali, può raggiungere valori di 120-130 mg/dl.
La carenza della produzione di insulina provoca l'iperglicemia (>110 mg/dl), che in alcune circostanze può evolvere in diabete, caratterizzato da un quadro clinico, critico e complesso, a carico del cuore, dei reni, dei vasi sanguigni, della retina (comparsa di glaucoma), e del sistema nervoso periferico.
La totale assenza di insulina e delle sue azioni può manifestarsi fin da giovani nella sua forma più grave, il diabete mellito di tipo 1 - insulino dipendente, in presenza della distruzione delle cellule β, che di solito avviene ad un'età inferiore ai 30 anni. Questo tipo di diabete viene trattato mediante la somministrazione di insulina.
In età avanzata, può manifestarsi il diabete senile di tipo 2 - diabete non insulino dipendente, che è in relazione ad una iperalimentazione e ad una vita sedentaria; nonostante ci sia una produzione abbondante di insulina, questa non è in grado di regolare in maniera efficace l'aumento di glicemia, dando luogo al fenomeno della "resistenza all'insulina". Il diabete di tipo 2 viene trattato con diete ipolipidiche e antidiabetici orali.
E' chiaro, quindi, che solo nel diabete giovanile, raramente in quello senile, è indispensabile ricorrere alla terapia insulinica, da molto tempo disponibile per sintesi.
Negli atleti, con diabete insulino dipendente, l'uso dell'insulina è permesso soltanto previa dichiarazione scritta dal medico della società, o da un endocrinologo, che attesti la condizione della patologia diabetica insulino dipendente. Tale dichiarazione deve essere trasmessa alla Federazione Sportiva, nel rispetto della normativa vigente sulla riservatezza.
Nel doping, l'insulina viene utilizzata per gli effetti che esercita sul metabolismo dei lipidi e delle proteine, essendo somministrata per favorire la diminuzione del grasso corporeo e l'aumento della massa muscolare.
L'uso improprio e fraudolento di questo ormone espone gli atleti agli effetti collaterali dannosi per la loro salute: cardiomiopatia, danni epatici e neurologici, ritenzione idrica, ipoglicemia, anemia emolitica, aritmia.
Gli atleti (specialmente i maschi), che assumono illecitamente gli antagonisti e modulatori degli ormoni, non lo fanno per i "benefici" che possono ricavarne durante la prestazione, ma utilizzano questa pratica fraudolenta per sopprimere gli effetti collaterali biochimici provocati dall'uso illecito di steroidi androgeni anabolizzanti. Infatti, sappiamo che l'abuso di steroidi androgeni anabolizzanti (SAA) nei maschi può causare ginecomastia, pertanto si cerca di diminuire questo effetto attraverso l'utilizzo di antiestrogeni, riducendo così la sintesi degli ormoni sessuali femminili. Si determina perciò una serie di effetti collaterali non specifici.

Effetti collaterali dei modulatori ormonali e metabolici.

In genere:
dolori addominali, abbassamento della vista, sanguinamenti vaginali, vampate di calore, incremento del rischio di carcinoma endometriale, incremento del rischio di trombosi.

Nel dettaglio:
Apparato digerente. Non si dispongono ancora i risultati univoci sugli effetti collaterali, ma alcuni studi specifici hanno rilevato la presenza di indisposizione, gastrite, stipsi, nausea, vomito, vertigini, flatulenza e diarrea. Altre fonti non segnalano alcun effetto collaterale.

Fegato. Riduzione delle funzioni epatiche in seguito all'assunzione protratta di ciclofenil (modulatore selettivo dei recettori estrogenici). I disturbi si dissolvono in seguito all'interruzione del trattamento.

Apparato riproduttivo ed endocrino. Nei maschi gli effetti collaterali non sono ancora ben noti. Nelle femmine, il trattamento con SERM (modulatori selettivi dei recettori estrogenici), specialmente il tamoxifene, qualche volta determina mestruazioni irregolari, proliferazione dell'endometrio, irritazioni vaginali, sanguinamenti uterini, rischio di sarcoma uterino e di tumore endometriale. In seguito al trattamento con clomifene, gli effetti collaterali causano l'ingrandimento delle ovaie con dolori addominali o pelvici, oltre a sanguinamenti uterini.

Sistema immunitario. Gli estrogeni incrementano la risposta umorale e la generazione di anticorpi. La modificazione farmacologica dei livelli di ormoni gonadici condiziona l'insorgenza di diverse malattie autoimmunitare e l'andamento clinico di queste patologie. Tuttavia, gli estrogeni, nelle persone sane, sono considerati, in genere, degli ormoni che stimolano la produzione anticorpale. Quindi, il rallentamento od il blocco dell'attività degli estrogeni potrebbe aumentare il rischio di infezioni, acutizzare quelle già presenti, e favorire lo sviluppo delle malattie autoimmunitarie o infiammatorie.

Cute. Una inibizione degli estrogeni può provocare disturbi cutanei, in quanto è noto che questi ormoni aumentano la produzione delle fibre di collagene, rinnovano le cellule epidermiche, aumentano l'umidità della cute e ne regolano la pigmentazione.

Sistema Nervoso Centrale. L'assunzione esogena di testosterone provoca un incremento degli estrogeni prodotti nell'organismo durante il processo di aromatizzazione. Livelli ematici elevati di testosterone ed estrogeni attivano un meccanismo di regolazione che abbassa la produzione di testosterone, riduce il ritmo di aromatizzazione e stabilizza gli estrogeni su livelli fisiologici. L'aumento degli estrogeni può causare la perdita della massa muscolare, l'aumento del grasso e la femminilizzazione generale dell'organismo. Gli inibitori dell'aromatasi, i modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni e altre sostanze antiestrogeniche sono considerati ottimi nel "mascherare" gli effetti collaterali relativi al cattivo uso di steroidi androgeni anabolizzanti. Gli estrogeni esercitano effetti notevoli sul sistema nervoso centrale, regolando i sistemi colinergico, noradrenergico, dopaminergico. Inoltre, gli estrogeni, con i loro effetti stimolatori ed inibitori delle sostanze antiestrogeniche, agiscono sul sistema nervoso centrale modificandone le sensazioni di libido ed energia nell'individuo.

Effetti psicologici. Gli agenti anti-estrogenici vengono utilizzati dagli atleti per nascondere gli effetti dell'uso illecito di steroidi androgeni anabolizzanti, che possono causare ginecomastia. L'effetto collaterale più comune causato dalle sostanze anti-estrogeniche è la cefalea. Nei maschi, l'assunzione di estrogeni a breve termine determina effetti stimolatori sul sistema nervoso centrale, inducendo intense sensazioni di energia e libido.

(segue...)

pagina precedente Torna all'home page pagina successiva

Torna all'inizio

Valid XHTML 1.0 Transitional