neuromuscolare

Il sistema neuromuscolare

di Giovanni Lestini



(1) Il muscolo scheletrico



Il muscolo scheletrico è composto da molte migliaia di fibre contrattili.
Ciascuna fibra muscolare è ricoperta dall’endomisio (tessuto connettivo che riveste le fibre muscolari). Al di sotto dell’endomisio è presente una membrana, detta sarcolemma, la quale avvolge la fibra muscolare (o cellula muscolare). Quest’ultima, all’interno, è costituita da un protoplasma, detto sarcoplasma.
Il sarcoplasma contiene: glicogeno, lipidi, mioglobina, fosfocreatina e miofibrille.
struttura del muscolo La mioglobina è un pigmento respiratorio caratterizzato dalla capacità di combinarsi reversibilmente con l’ossigeno.
Ogni miofibrilla contiene i sarcomeri, i quali rappresentano le unità contrattili.
Ciascuna unità contrattile è dotata di miofilamenti proteici: l’actina e la miosina.
Le fibre muscolari, sono riunite in piccoli fasci o fascicoli, i quali sono tenuti insieme da un tessuto connettivo, detto perimisio.
Il muscolo, nella propria interezza, è avvolto dall’epimisio, un altro elemento connettivale.
Alle estremità del muscolo si possono osservare i tendini, anch’essi caratterizzati da una concentrazione di connettivo. Questi sono cementati al periostio (rivestimento esterno dell’osso), consentendo ai muscoli di contrarre un solido rapporto con l’apparato scheletrico.
Per quanto riguarda la vascolarizzazione muscolare, è bene precisare che questa, mediante un sistema d'arterie, vene, capillari e venule, assicura a ciascuna fibra muscolare un’idonea irrorazione sanguigna, da un lato con la fornitura di ossigeno, mediante il sistema arterioso, dall’altro con la rimozione di anidride carbonica, mediante il sistema venoso.
La quantità di sangue necessario al muscolo è in relazione con l’attività svolta da quest’ultimo. Si noti che durante un esercizio massimale la quantità di sangue che affluisce al muscolo può essere di 100 volte superiore rispetto alle condizioni di riposo.

«Infatti non vi è attività soltanto del movimento, ma anche dell'immobilità ed il piacere si trova più nella stabilità che nel movimento».
(Aristotele)

(segue...)

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